Motto di Bluetentacles è use less, grow more. Ovviamente ci si riferisce all’acqua, risorsa naturale preziosa, che non va mai sprecata, ma anzi valorizzata nel migliore dei modi, a tutto vantaggio di produzioni agricole più sicure, efficienti e — in definitiva — migliori. Ecco perché Bluetentacles non è attiva solo in Italia, ma in altre regioni sottoposte a stress idrico. Come il Medio Oriente.
Ed ecco la ragione del viaggio di Marco Bezzi, CEO di Bluetentacles, in Libano. «A settembre sono stato invitato nel paese mediorientale da una ong milanese, l’Istituto Oikos, che si occupa della tutela di suolo, acqua, fauna e flora, con un’attenzione crescente al tema del fabbisogno idrico in agricoltura» racconta Marco.
Il viaggio ha avuto come destinazione principale la Riserva naturale dei cedri dello Shuf (la Al-Shouf Cedar Nature Reserve). «Si tratta di un grande parco della biosfera dove si punta molto alla protezione dell’ambiente e alla difesa della biodiversità. In quest’area c’è un po’ di agricoltura, non tanto nel cuore del parco ma alla sua periferia — spiega Marco –. Proprio per sostenere questa rinascita dell’agricoltura locale, negli ultimi anni sono stati realizzati dei piccoli bacini artificiali di accumulo dell’acqua; quasi dei laghetti artificiali collocati a metà montagna, da cui si deriva l’acqua per i campi sottostanti».
Purtroppo anche nella Riserva, come in tante aree d’Italia, l’acqua non è valorizzata al meglio: si verificano sprechi, turnazioni irrazionali, scarso controllo sulla gestione e poca efficienza nell’irrigazione. Il punto però è che l’acqua, nella Riserva, gioca un ruolo cruciale. Come spiega Marco, «i contadini hanno creato questi bacini di accumulo perché prima non avevano acqua a disposizione, ed era impossibile coltivare. Adesso l’acqua c’è, e l’attività agricola è possibile, ma come spesso accade questa risorsa non è ben gestita; per fortuna i locali stanno maturando una nuova consapevolezza, hanno capito quanto sia importante una sua gestione ottimale».
Del resto la Riserva è un luogo verde, grazie alle precipitazioni medie intorno ai 1.000 mm l’anno sul lato della montagna esposto a ovest, e di 500 su quello a est. Ci sono delle sorgenti, e grazie ai nuovi bacini di accumulo la possibilità di disporre di un’adeguata riserva d’acqua è concreta. «Ovviamente i territori agricoli in quest’area non sono estesi, ma si tratta comunque di un progetto importante, perché è fondamentale cercare di dare sostenibilità alimentare ed economica al territorio e alle piccole comunità che lo compongono».
Famosa sin dall’antichità per i suoi magnifici cedri, l’area permette la coltivazione del melo, del kiwi, dei pomodori, della noce, e di specie tipicamente mediterranee come il fico e la vite. Nel concreto, racconta Marco, «la missione è consistita in un sopralluogo a tutti i bacini di accumulo, per capire quale di questi fosse il più indicato per lanciare un progetto pilota di irrigazione di precisione 4.0. Di sette ponds, ne abbiamo scelto uno che porta acqua ad almeno quindici ettari, analizzando non solo il bacino ma la sua rete di distribuzione dell’acqua, cioè le condotte di adduzione principali e secondarie».
È stato notato, nel corso dei sopralluoghi, come tutte le condotte siano state posate fuori suolo, e i collegamenti spesso poco curati. Pertanto condicio sine qua non per l’istallazione della tecnologia Bluetentacles è il miglioramento della rete idraulica che distribuisce l’acqua. «In pratica bisognerà interrare le condotte principali, anche per proteggere le tubazioni e per garantirne una maggior durata, e poi andare a installare i nostri device, sensori e controller per provare a gestire, su quest’area pilota, l’irrigazione in modo più intelligente».
La missione di Marco non si è limitata alla sola Riserva naturale dei cedri dello Shuf. Il co-fondatore di Bluetentacles ha anche visitato la valle della Beqāʿ, dove si pratica invece una coltivazione intensiva. «Questa valle è caratterizzata da una piovosità media annua piuttosto bassa, quindi gli agricoltori attingono molto dalle falde sotterranee, che però si stanno sempre più abbassando. Quindi anche qui il tema di un uso più razionale ed efficiente dell’acqua si ripropone con molta forza».